LA CANAPA COME BIOCOMBUSTIBILE. PERCHÈ SI PUÒ CONSIDERARE UN'ALTERNATIVA AL PETROLIO

biomassa_canapaNon è certo una scoperta degli ultimi anni, Henry Ford infatti progettò la sua macchina che andava a canapa già agli inizi del ventesimo secolo. Esatto la canapa, oltre ai numerosi usi già visti, può essere utilizzata anche come combustibile. Un biocombustibile inesauribilerinnovabile e che rispetta l'ambiente.

 

La canapa costituisce una valida e concreta alternativa aicombustibili fossili in quanto potrebbe costituire la maggiorerisorsa di energia essendo la pianta che produce maggiore quantità di biomassa al mondo. Rispetto ad esempio agli steli di grano, alla canna da zucchero o ad altre piante la cui biomassa viene utilizzata come biocombustibile, la canapa produce dalle quattro alle cinquanta volte la biomassa o la cellulosa rinnovabile che producono le colture citate. La canapa genera infatti circa 10 tonnellate per acro in circa 4 mesi. Inoltre, a differenza di altre colture che producono anch'esse biomassa ma che hanno bisogno di più acqua e che generano più emissioni, la canapa ha un alto rendimento energetico ma un bassissimo impatto ambientale. Il vantaggio più evidente che deriva dall'utilizzo di biomassa per i combustibili sta nel fatto che in questo modo non s'immette nell'aria nuova CO2 ma solo quella che era stata precedentemente assorbita dalla pianta.

 

Ma ovviamente i vantaggi non finiscono qui. Un biocombustibile derivante da biomassalibera nell'aria una quantità di zolfo e di ossidi di azoto nettamente inferiore a quella rilasciata dai combustibili fossili, è biodegradabile e inoltre è una risorsa fortementerinnovabile a differenza del petrolio che tende invece ad esaurirsi (in realtà per rigenerarsi ha bisogno di un arco di tempo che va dai 10.000 ai 100.000 anni). Usando biocombustibili si limiterebbe l'effetto serra, si eviterebbero piogge acide dovute allo zolfo immesso nell'aria e smog.

 

Dalla canapa si possono ricavare due tipi di biocombustibili completamente ecologici:

  • l'etanolo tramite un processo di pirolisi o fermentazione in assenza di ossigeno usando l'intera pianta della canapa;
  • il biodiesel tramite un processo di transesterificazione, ovvero un processo di trasformazione strutturale della materia organica, effettuata con alcol e usando gli oli ottenuti spremendo i semi di canapa. Il biodiesel si differenzia dal bioetanolo perchè può essere usato anche puro (oltre che insieme al gasolio) in quanto sono miscele simili e può quindi essere utilizzato nelle macchine senza apportare modifiche.

Un'importante intervento a favore dello sviluppo della coltivazione della canapa e del suo successivo utilizzo per produrre biodiesel arriva dagli Stati Uniti. A febbraio 2014 è stato firmato il Farm Bill, un piano che prevede ingenti finanziamenti per lo sviluppo agricolo, e che legalizza la coltivazione della canapa industriale in diversi paesi statunitensi. Per la prima volta in America, dopo la sua messa al bando, la canapa industriale viene legalmente distinta dalla cannabis medica. Questo piano ha portato subito dei risultati concreti, a marzo 2014 è stato infatti sviluppato il primo biodiesel da parte dell'azienda Extreme Bioediesel.

 

L'uso della canapa come combustibile e biodiesel non è una novità ma c'è ancora bisogno di aiuti e d'impegno affinché possa diventare una possibilità concreta.