In questo blog vi vogliamo parlare della canapa, della sua storia, del perchè questa coltivazione si è interrotta in passato, del perchè si dovrebbe invece ri-estendere come lo era allora, del perchè aumentare i suoi utilizzi soprattutto in campo tessile. La canapa oltre alle sue caratteristiche che la rendono ottimale per la produzione di abbigliamento è anche una coltivazione con un bassissimo impatto ambientale. Altramoda, all'interno del suo shop, propone abbigliamento per uomo e donna, borse e marsupi e scarpe in canapa.
STORIA DI UNA CANAPA DALLA BRUTTA REPUTAZIONE!
Resistente, protegge dai raggi UV, assorbe l'umidità, non esiste OGM, antiparassitaria, coltivabile in Italia. Di cosa stiamo parlando?? Della CANAPA. È impensabile che un materiale naturale con caratteristiche e proprietà del genere debba trovare ostacoli e difficoltà nella sua coltivazione ed utilizzo. Eppure è così, anche se le cose ultimamente stanno leggermente cambiando e migliorando.
La storia della canapa comincia ben ottomila anni fà, è stata infatti la prima fibra ad essere utilizzata dall'uomo e fino alla Seconda Guerra Mondiale è rimasta una coltivazione diffusa in varie parti del mondo e sfruttata per tantissimi usi. Fabbricazione della carta, combustibile per auto, produzione di corde, vele, tendaggi, tessuti sono i maggiori utilizzi che se ne facevano in passato. I semi di canapa potrebbero però essere usati anche come fonte di cibo visto l'alto apporto nutritivo che hanno. Un'altro impiego invece che sembra avere sempre maggiore diffusione oggi è quello della canapa nella bioedilizia. Pensate che fino agli anni '50 circa l'Italia era la seconda nazione per produzione di canapa dopo la Russia.
E poi cos'è successo?? È successo che intorno agli anni '30 i grandi industriali americani della carta e dei materiali sintetici provenienti da petrolio e carbone si sono accorti di quanto la canapa potesse essere dannosa per i loro guadagni. E fu così che grazie a imparentamenti vari tra magnati finanziari e uomini dell'amministrazione dell'America di allora la canapa diventò marijuana, una droga demoniaca che faceva diventare le persone cattive, violente, pazze e incurabili!! Per diffondere questa credenza e per manipolare la coscienza delle persone, molte delle quali non istruite e ingenue, fu messa in atto una campagna di sensibilizzazione su TV, radio e giornali sugli effetti devastanti che questa pianta poteva provocare. E così l'illegalità della canapa fu raggiunta anche con il consenso delle persone. Ovviamente gli effetti di queste decisioni si propagarono in tutto il mondo e la conseguenza fu che la produzione ed utilizzo della canapa, soprattutto in campo tessile, venne presto sostituita dall'uso di fibre sintetiche e cotone.
IL RITORNO DELLA CANAPA
Questi ostacoli culturali, ovvero il fatto che sia un materiale che si associ alla povertà e la sua brutta fama da droga, si stanno però pian piano superando, ma riprendere questo tipo di coltura non è facile. Si sono persi la filiera e i metodi di lavorazione. In particolar modo la raccolta e la macerazione sono processi piuttosto difficoltosi a causa dell'altezza che le piante possono raggiungere, fino a sette metri. Attualmente la coltivazione è ripresa in Canada, in alcuni stati degli Stati Uniti ma soprattutto in Cina. Anche in italia la situazione sta migliorando nonostante ci siano ancora delle difficoltà. Il principale ostacolo che rallenta la produzione di canapa è l'innovazione tecnologica, ovvero la mancanza di macchinari adeguati per la raccolta e la prima trasformazione, che avviene direttamente sul campo. Sono state avviate delle coltivazioni sperimentali di babyhemp ovvero canapa di dimensioni ridotte per adattarle a quelle del lino e quindi poter utilizzare gli stessi macchinari, ma non ha dato risultati positivi sopratutto perchè così facendo si riduce di molto la produzione. Sono state così brevettate altre tecniche, come ad esempio quella della biodegommazione, e un macchinario, progettato da Assocanapa e il CNR IMAMOTER, per la prima trasformazione della canapa. Le altre difficoltà nell'ampliamento di questa produzione si trovano poi a livello legislativo e burocratico. Bisogna sperare perciò in una maggiore chiarezza legislativa e in uno snellimento della procedure burocratiche per rivedere tanti altri ettari di terre coltivate.
Oggi ci si ricorda poco della coltivazione della canapa in Italia, che però era anche stata celebrata nel 1950 con l'emissione di un francobollo.
L'USO DELLA CANAPA NEL TESSILE
L'Italia ha una grande tradizione di produzione e lavorazione della canapa soprattutto in campo tessile. Inizialmente utilizzata per corde e vele grazie all'espandersi delle Repubbliche Marinare, successivamente ha trovato spazio anche per la produzione di tessuti ad uso domestico, come tovaglie e lenzuola, e abiti. Era un tessuto estremamente utilizzato in virtù della sua resistenza. Le donne usavano quindi la canapa per gli abiti e la biancheria della casa perchè così potevano durare a lungo, per generazioni.
Come i nostri predecessori avevano già intuito, le caratteristiche della canapa ne fanno un materiale naturale ottimo per la produzione di abbigliamento. Questo suo utilizzo è stato riscoperto negli ultimi decenni grazie a una presa di coscienza di molte persone sugli effetti devastanti nell'ambiente che prodotti derivanti dal petrolio causano.
Oltre ad essere molto resistente, la canapa assorbe molto l'umidità grazie alle sue grandi cavità interne. Ha una grande capacità di dispersione di calore per cui i tessuti rimangono freschi d'estati ma caldi d'inverno. Assorbe poco gli odori, anche quelli del corpo, ha una maggiore protezione UV rispetto ad altri materiali e possiede una micropotenza elettrica che stimola la pelle favorendo anche la circolazione del sangue. Non è soggetta a acari, muffe, funghi e tarme, ed è anallergica. Le pieghe che si creano sono più dolci rispetto ad esempio a quelle che fa il lino, percui la vestibilità è più lunga.
Ciò che però vogliamo sottolineare è che la canapa è una coltura ecostenibile,. Oltre che non danneggiare l'ambiente lo aiuta. Le sue lunghe radici scavando nel terreno lo ossigenano rendendolo più fertile e non soggetto all'uso di concimi. Gli oli essenziali della pianta sono poi dei naturali antiparassitari, quindi non ha bisogno di pesticidi e contribuisce ad allontare i parassiti anche dalle altre colture. Per questo si usa alternare coltivazioni di canapa ad altre coltivazioni. La canapa richiede quantità limitatissime d'acqua e e il suo ciclo di vita è abbastanza breve, circa tre mesi. Se si pensa poi alla possibilità di poterla seminare, coltivare e trasformare, il tutto in Italia, questo significherebbe favorire la filiera corta e non ricorrere a produzioni estere.
Anche facendo il raffronto con altri materiali ci sono qualità della canapa che non si trovano altrove e non solo quelle proprie della fibra ma anche, e probabilmente è la cosa più importante, quelle riguardanti l'impatto ambientale della sua produzione... Rispetto al lino ad esempio presenta, è più resistente, assorbe meglio l'umidità e può essere indossato sia in inverno che in estate. Rispetto al cotone invece le differenze emergono soprattutto a livello di produzione. A parità di raccolto, per il cotone si necessita del doppio del terreno necessario per la canapa, la canapa ha bisogno di meno di un terzo dell'acqua di cui invece ha bisogno il cotone e il cotone richiede l'uso di molti pesticidi che invece la canapa respinge.
Per la produzione di abbigliamento, come t-shirt, cardigan, calze, la canapa viene utilizzata spesso insieme ad altri materiali come cotone biologico e lana per dare maggiore morbidezza ed elasticità ai capi mantenendo però la forte resistenza data dalla canapa.
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